Questo post è un semplice "copia-incolla" di un commento che ho scritto sotto l'ultima diretta di Sabaku su The Witcher: Enhanced Edition. Era tanto che non scrivevo e quindi mi sono leggermente preso bene, forse troppo, e ne è uscito un muro di testo esagerato. Ho deciso quindi di ricondividerlo qui sul blog perché il tema è sempre la mia solita fissa sull'approccio ai videogiochi.
"Credo che non dovrebbero esserci tabù sopratutto quando il tema sono i videogiochi. Non lo penso per un astratto amore per la libertà di parola, che preferirei non scomodare, ma per l’importanza concreta che il potersi esprimere liberamente comporta. La critica videoludica viene danneggiata dai tabù e ci si dovrebbe concentrare di più sul “come” ci si esprime, sulle argomentazioni, e molto meno sul “cosa”. Di TW quindi si deve poter dire tutto e chi denuncia una presunta lesa maestà non fa un favore alla critica stessa. Sopratutto considerando che dalla scrittura alla progressione, passando per il sistema di combattimento, è pieno di mediocrità, difetti e limiti. Ad esempio Jacques de Aldersberg avrebbe giovato di una migliore introduzione, ritengo Alvin un personaggio poco riuscito (escluso il viaggio temporale), la Profezia di Ithlinne doveva essere più centrale, e da appassionato dei libri trovo fastidiosa la poca presenza di riferimenti a Yennefer e Ciri. Non dovrebbero stupirci questi problemi: TW è il primo progetto di CDPR, all’epoca piccolo studio polacco con poche risorse e ambizioni. Non è un’attenuante ma l’ulteriore prova che non c’è nulla di sacro e inviolabile.
Ma se è vero che TW è imperfetto secondo me è altrettanto vero che Sabaku non ha maturato il suo giudizio nel migliore dei modi, anzi. Nei social si discute solo di cosa è bello e cosa è brutto ma si dimentica che il contesto, il come si gioca e l’approccio sono fondamentali per costruire un’opinione e possono cambiarne la traiettoria se vengono anche leggermente alterati. L’obiettivo di questo commento non è quindi attaccare Sabaku ma proprio porre l’attenzione su questi aspetti.
Sabaku ha giocato 40/60 ore a TW in circa 6 mesi, dal 27/06 al 19/12. Questa eccessiva dilatazione dei tempi è evidente in quasi ogni occasione: molti fraintendimenti, dimenticanze e incomprensioni.
Ad esempio solo dopo svariate dirette inizia a dedicare il giusto tempo all’alchimia e non perché spinto da spirito di approfondimento, ma perché si incastra in un combattimento inutilmente tedioso. Mi riferisco alle Echinopse nella 10° diretta, esempio su cui è utile aprire una parentesi. Indubbiamente il gioco ha innumerevoli colpe, ma Sabaku trascura gli stili dei Witcher e si ostina a combattere con la torcia, usa le pozioni ma dimentica unguenti/cote per ricordarsene solo quando è già troppo vicino ai nemici, non usa invece l’Anima di Segugio Infernale per sbloccare un talento d’argento e risparmia due talenti di bronzo per usarli in seguito. Insomma non gioca bene e non sviluppa adeguatamente Geralt, che il gioco lo punisca è l’inevitabile conseguenza.
Tra la 14° e 15° diretta, invece, Sabaku si perde cercando Velerad, indubbiamente l’indicatore sul luogo sbagliato è un problema, ma con un minimo di attenzione si poteva capire che un personaggio così importante di Vizima avrebbe partecipato all’incontro di Leuvaarden.
Ma sopratutto è normalissimo dimenticarsi del Grande Gelo giocando 2 ore a settimana, sarebbe strano il contrario, e non solo per i limiti della sceneggiatura del gioco.
Mi permetto questa pedanteria perché anch’io ho finito da poco TW per la prima volta e, nonostante non mi ritenga chissà quanto esperto o capace, non ho avuto problemi contro le Echinopse, pur rimanendo comunque un nemico fastidioso, o nel trovare Velerad.
La colpa di queste difficoltà e fraintendimenti non può che essere attribuita alla distanza temporale tra una diretta e l’altra e al fatto che ci si intestardisce maturando la convinzione che è solo colpa del videogioco.
Sabaku è infatti anche spesso annebbiato dai pregiudizi pur avendo detto di conoscere poco il mondo dello strigo: opinioni a priori sui personaggi, sull’ambientazione, su CDPR, e sui libri pur non avendoli letti. Sminuisce situazioni da prendere sul serio e prende sul serio momenti ironici. E questi pregiudizi sono spesso basati su polemiche esterne che non hanno collegamenti diretti con l’esperienza di gioco.
Ricordo ad esempio l’esistenza di una polemica, citata da Sabaku e alcuni utenti in chat, per cui Geralt è in realtà brutto, le maghe orribili e CDPR furba che li rende tutti belli per fini commerciali. E’ legittimo non aver tempo o voglia di leggere i libri, ma avere opinioni radicali dopo la lettura di mezzo paragrafo è molto superficiale. Se è sufficiente un “sorriso sgradevole” per dimostrare la bruttezza di Geralt cosa allora dovrebbe dimostrare l’atteggiamento delle maghe durante la riunione sull’Isola di Thannedd, o i legami con Shani, Essi Daven e Milva? Si potrebbe anche speculare che lo stesso Sapkowski ha leggermente cambiato l’estetica dei personaggi, cosa legittima considerando la distanza temporale tra i primi racconti e i successivi romanzi, e che gli aggiustamenti in corso d’opera sono la normalità in letteratura. Geralt non è un adone né l’ultimo dei ghoul, ma è più giusto dire che la questione del suo aspetto fisico non è precisamente delineata e incasellabile in questa o quella opinione lapidaria.
Anche l’immagine di un Geralt donnaiolo ninfomane è un fraintendimento: le romance sono scelte ruolistiche e, tranne all’inizio del capitolo 3, si può decidere di non avere alcun rapporto sessuale. Concordo che le carte sono di cattivo gusto, anche se non mi hanno dato fastidio perché l’ho sempre viste come un minigioco più ironico che erotico, ma non sono davvero da collezione. Non c’è una sorta di “album” con le carte prese o perse, secondo me servono a sostituire la scena di sesso risparmiando lavoro di animazione agli sviluppatori.
Le frecciate contro i fanboy, invece, non dimostrano un approccio rilassato col videogioco. Capisco che un’eccessiva esposizione a un certo tipo di commenti spinga a porsi sulla difensiva, ma non dovrebbe influenzare l’esperienza.
Se sto scrivendo un commento così pedante è perché le premesse alla base delle dirette erano ambiziose e con l’obiettivo di avere un approccio critico. Stona quindi la decisione di installare mod in un gioco del 2007 e aggiornato dall’Enhanced Edition, sopratutto se a volte Sabaku fraintende attribuendo i problemi delle modifiche a CDPR.
Ad esempio fin da subito si lamenta dell’interfaccia e accusa di fanboyismo chi incolpa le mod. Ma una delle critiche iniziali era contro la palette di colori che è proprio modificata delle mod installate. E’ normale che l’originale possa disorientare dopo essersi abituati alla versione moddata e lo è anche preferirne una rispetto all’altra o nessuna delle due, ma in primo luogo non dovrebbe esserci questo inutile dualismo.
Diventa anche difficile capire se bug, crash o cali di framerate sono problemi dell’originale o errori delle mod. Come si può ambire ad un approccio critico giocando ad una versione non originale?
Le mod per semplificare il gioco dei dadi e quella per accelerare Geralt mi spingono ad aprire un’altra parentesi: possono coesistere critica e Twitch? Se bisogna intrattenere un pubblico i tempi morti sono un problema: viene quindi il dubbio che quelle mod siano state installate anche per venire incontro alle esigenze delle dirette. Ma la critica richiede approfondimento, pazienza e tempo per analizzare le informazioni. Come si può pensare di fare critica intrattenendo un pubblico e distratti da bits, donazioni e commenti? Che idea della critica abbiamo se basta una sola partita spalmata su sei mesi e con un’infinità di altre serie da portare avanti per partorire un’opinione ponderata e che si ritiene oggettiva? Quanto ci si sopravvaluta o quanto si sottovaluta il concetto stesso di critica se ci si ritiene capaci di poterla fare con una manciata di commenti improvvisati?
Come si può avere la pretesa di approfondire nei minimi dettagli la lore di TW, e costantemente punzecchiarla per vedere se si regge in piedi, senza voler fare lo sforzo di leggere i libri? Ho già detto che è legittimo non farlo, ma determinate ambizioni necessitano di un certo rigore ed è irrealistico aspettarsi che un singolo videogioco possa colmare la mancata lettura di sette libri e approfondirne nei dettagli tutta la lore.
A volte Sabaku sembra proprio dimenticare l’esistenza di Sapkowski e giudica frettolosamente personaggi o situazioni che hanno riferimenti ai libri, ritenendoli scritti male. Sarebbe stata sufficiente un pizzico di umiltà e pazienza in più, e con l’aiuto di chat e commenti su YT si sarebbero evitati molti fraintendimenti. Anche se devo ammettere che la stessa chat ha spesso contribuito ad alimentare questi problemi dando consigli sbagliati o comunque imprecisi.
Concludo sottolineando che sono però consapevole che Sabaku non si è sempre e solo approcciato male, che non ci sono state solo lamentele, e che l’esperienza è stata caratterizzata da critiche ma anche da svariati elogi. E’ anche lodevole il fatto stesso di giocare a un gioco del genere, la maggioranza degli streamer lo ignorerebbe. Tanti bassi quindi ma anche tanti alti. I limiti del testo e l’essermi concentrato sui primi possono far sembrare la mia opinione più negativa di quello che è. Inoltre, come già detto, il mio è più un problema sul “come” che su quello che si è fatto o detto, anche perché è probabile che con un approccio più “corretto” si sarebbe comunque arrivati alle stesse conclusioni. Sabaku ha tutto il diritto di avere qualsiasi opinione, le mie critiche riguardano come è maturato il giudizio e quali argomenti lo sorreggono, perché appunto non devono esserci tabù."
Minchia che pesantezza sto post! Chiudiamo in bellezza alleggerendo la tensione: Forza Roma!



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